Tracklist
01. ET feat Eugenio Finardi
02. SVEGLIA! feat Huga Flame
03. FERMA IL TEMPO
04. VITA CONTROVENTO feat Santiago
05. ETERNA DIMORA
06. AD UN PASSO DALL’INFERNO
07. INGANNATI feat Inoki
08. PAGINE DI TE
09. PREGHIERA URBANA feat Caneda
10. GUARDAMI
11. EQUILIBRIO feat Danti (Two Fingerz)
12. VAJONT
13. MADRE MUSICA
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ET feat EUGENIO FINARDI
(Siruan)
Qui fuori troppo spesso, mi sento fuori posto. Se questo è un uomo io, non mi riconosco.
Affondo travolto dai mali del mondo e ogni tramonto, l’unico vero sollievo è alzare gli occhi al cielo. Lassù in mezzo agli astri vedo un mondo più sano, quaggiù in mezzo agli altri, triste essere umano… allora sogno grandi viaggi astrali, astronavi, cerco passaggi alieni per pianeti lontani!
(Eugenio Finardi)
Extraterrestre, portami via, voglio una stella che sia tutta mia
Oh extraterrestre vienimi a cercare, voglio un pianeta su cui ricominciare
(Siruan)
Teletrasportato nello spazio più remoto, da qui vedo la terra lontana immersa nel vuoto.
Intorno a me due lune ed un’aurora colora, mari trasparenti e dune di sabbia dorata.
E’ il mio pianeta questo, tutto mio, soltanto mio. Nessuna solitudine sono a un passo da Dio. Non mi manca niente ma mi chiedo se è possibile, esser felici veramente senza condividere.
(Eugenio Finardi)
Extraterrestre, portami via, voglio una stella che sia tutta mia
Oh extraterrestre vienimi a pigliare, voglio un pianeta su cui ricominciare
(Siruan)
E ora che sono lontano da tutto, mi sento, soprattutto lontano da me, adesso
Capisco che scappare non è mai giusto, soprattutto se stai scappando da te, stesso
Il vuoto che mi circonda è un vuoto dentro immenso, ma è anche questa la vita, con ogni suo turbamento… e allora riportami indietro, in quel mondo di deliri ed emozioni, che in fondo è come me, pieno di contraddizioni!
(Eugenio Finardi)
Extraterrestre, portami via, voglio tornare indietro a casa mia
Oh extraterrestre non mi abbandonare, voglio tornare per ricominciare
Extraterrestre, portami via, voglio tornare indietro a casa mia
Oh extraterrestre non mi abbandonare, voglio tornare per ricominciare
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INGANNATI feat INOKI
(Siruan)
Occhi e cuori pieni di rabbia / occhi spenti di animali tenuti in gabbia /
ora avanzano, lenti nella nebbia / lasciano l’impronta come passi sulla sabbia /
notte di fuoco e fiamme / notte di scontri e sangue / di ossa rotte e spranghe / inizia qualcosa di grande /
la resa dei conti, oggi / il giorno dei giorni / il popolo che si riappropria dei propri sogni /
(rit)
Ingannati / da quando siamo nati!
Ci avete messo spalle al muro, ci avete rubato il futuro
ora chiedete dialogo? Fanculo!
Indignati / siamo incazzati
niente da perdere, ci batteremo finche servirà
pronti a resistere e riprenderci la libertà!
(Inoki)
Troppe ingiustizie ingiustificate / prendo la penna, scrivo palate
datemi mate / ho rime salate per menti malate
manipolate / troppe menzogne
genti ingannate / la televisione il telegiornale
la religione il prete il rabbino il confessionale / ho perso la fede
non credo piu in niente / è il giorno dei giorni
sveglia le pecore sacrifica il lupo arma la gente / la terra vuole vendetta
resto in vedetta / alla mia rivoluzione non serve l’ acetta
stringe la testa sveglia coscienze / punta la vetta sfrutta la mente
culturalmente / ora alzati in piedi
grida se hai fiato / sfoga il tuo male
fulmini e tuoni / il giorno è iniziato
è il tempo di agire / ci puoi scommettere
compagno io non esito / fanculo fiamme e fuoco zero merito
(rit)
(Siruan)
Qua fuori la gente si uccide / non lo capite?!
prima o poi inizierà ad uccidere / è inevitabile
E sarà quando meno ve l’aspettate / e sarà molto peggio del peggio che vi immaginate
kamikaze innarestabili / e questa data / verrà ricordata / nei secoli dei secoli
come il giorno dei giorni e ora il giorno è arrivato /
ribalteremo questo stato che ci ha disgustato!
(rit x 2)
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VAJONT
ore 22:39, 9 ottobre 1963…
rit
NON E’ UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C’E’ LIETO FINE
C’ERA UNA VOLTA E MAI PIU’ CI SARA’…
QUI LA GIUSTIZIA E’ MORTA E CON LEI LA VERITA’
Giorno di sole a Longarone quel giorno di ottobre /
aria fresca e pulita, si respirava, c’era la vita /
La piccola Milano, la chiamava qualcuno / e di sicuro nessuno /
avrebbe immaginato che un immenso muro d’acqua sarebbe stato la fine del loro futuro!
Una persona c’era, in realtà / si chiamava Tina Merlin /
l’aveva detto e scritto su L’Unità / lei era fatta così /
Giornalista vera e coraggiosa / di quelle con le palle /
aveva detto chiaro e tondo che ci sarebbe stato il finimondo / in quella valle!
Parole scomode e pesanti / troppi interessi economici /
dai ministri ai tecnici / tutti coinvolti, tutti colpevoli /
Giochi di potere soprusi / paesi stuprati, abusi /
l’arroganza di uno stato che si sente autorizzato / a distruggere usi e costumi!
Costruirono la più grande diga del mondo /per fare più energia, più soldi /
La montagna gli parlava ogni giorno / ma loro non ascoltavano, sordi /
Terremoti, frane, vecchi saggi / furono tutti ignorati
fino a quella sera del ’63 / un’onda immensa, 2mila corpi dilaniati!
rit.
NON E’ UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C’E’ LIETO FINE
C’ERA UNA VOLTA E MAI PIU’ CI SARA’…
QUI LA GIUSTIZIA E’ MORTA E CON LEI LA VERITA’
Mille bare con qualcosa dentro e quasi altrettante vuote…
Mille bare con qualcosa dentro e quasi altrettante vuote!
rit.
NON E’ UNA STORIA COME TANTE ALTRE
IN QUESTA STORIA NON C’E’ LIETO FINE
C’ERA UNA VOLTA E MAI PIU’ CI SARA’…
QUI LA GIUSTIZIA E’ MORTA E CON LEI LA VERITA’
(titoli di coda)
La diga del Vajont fu costruita fra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (Pordenone, Friuli). Fu edificata dalla SADE (Società Adriatica di Elettricità) e poi passò di proprietà dell’ENEL. All’epoca della sua costruzione era la diga più alta del mondo.
Alle ore 22:39 del 9 ottobre 1963, un’enorme frana del monte Toc precipitò nel bacino facendolo traboccare: un’onda di 250 metri d’altezza si riversò su Longarone e i paesi limitrofi, distruggendoli e causando quasi 2.000 vittime.
È stato stimato che l’onda d’urto dovuta allo spostamento d’aria fosse di intensità eguale, se non addirittura superiore, a quella generata dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima.
Prima il fragore dell’onda, poi il silenzio della morte, mai l’oblio della memoria.
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ETERNA DIMORA
Ho già provato a fermare il tempo, invano
ed ho parlato con il vento, come un indiano
ma il tempo passa e non c’è verso,
di cambiare regole a questo universo.
Allora andrò da solo tra le stelle,
e cercherò un posto per noi
dove lo spazio ed il tempo saranno infiniti
dove non esiste il mai…
rit
Ancora, voglio te ancora
ancora, stai con me ancora
e ti darò vita per vivere
insieme noi, oltre ogni limite
vorrei… soltanto te, ancora
A volte penso che il futuro è nostro, lo spero
altre non ti riconosco, mi chiedo
ce la faremo noi a crescere insieme
e insieme camminare sulle stesse strade
E poi…
ti guardo negli occhi e con occhi sorridi
mi leggi i pensieri, mi vengono i brividi
basta un momento per metter da parte
dubbi, domande e questioni irrisolte
resta con me in questa eterna dimora
ho bisogno di te per sempre, ancora
uniti in una sola anima, noi siamo come musica…
rit
Ancora, stai come me ancora
ancora, voglio te ancora
e ti darò vita per vivere
insieme noi, oltre ogni limite
vorrei… soltanto te, ancora
e ti darò vita per vivere
insieme noi, oltre ogni limite
vorrei… soltanto te, ancora
Ho già provato a fermare il tempo, invano
ed ho parlato con le stelle, come un indiano
ma il tempo passa e non c’è verso,
di cambiare regole a questo universo.
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MADRE MUSICA
E’ la mia musica… nella mia anima…
La mia musica, la mia anima…
Ci son momenti, tristi e spenti, in cui senti, di non voler più andare avanti, ti perdi in pianti…
inutili, i tuoi sogni, diventan incumbi, cerchi appoggio dai tuoi simili, ma trovi i soliti,
menefreghisti, ignoranti, ipocriti!
E non ti va di fare niente, non vuoi vedere gente,
la tua mente, sente solamente melodie lente, vede solamente luci spente
Ma è ancora lei che riaccende il mio fuoco, solo lei non si perde nel vuoto
e mi rende, capace di qualsiasi cosa, la mia signora, la mia luna sempre piena
Rit:
E’ la mia musica, che mi salva ovunque vado
E’ la mia anima, volo e grazie a lei non cado
Notti di rimpianti, periodi critici, la verità era in fondi di bicchieri o dentro uno spliff
Notti di lacrime, quelle in cui credevo era troppo fragile tirare avanti, troppo difficile
Ricordo, che avevo toccato il fondo, mancava solo un passo al punto, di non ritorno, ma in fondo
non m’importava, pensavo che… non avesse più valore la mia strada!
Ma, venne madre musica, a spiegarmi che la vita è unica e buttarla via è cosa stupida
da allora la mia anima trae forza dal battito, ho trovato la risposta che cercavo in un attimo
Musica, la mia salvezza, compagna nella gioia e nella tristezza. Musica da vita alla mia testa…
musica che resta e resterà, perché la mia musica, da adesso è la mia anima!
Rit:
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AD UN PASSO DALL’INFERNO
Nuvole nel cielo, vola il mio pensiero leggero, mi chiedo, se sia sempre vero quello che vedo, non credo, ma prego lo stesso a modo mio, spero anch’io, che ci sia un dio, spero che non debba dirgli addio, prima del previsto, spero appunto, che qualcuno stia vegliando su questo mondo, perchè siamo a un passo dall’inferno…
Non c’è più niente da fare, tocca tirare a campare, tra eterne guerre e terre in serre, si combatte dal cielo al mare, voglio un’astronave che mi porti lontano, un aeroplano a vapore col suono di un piano forte, morte, e ogni sorte di tortura, si consuma in questa nostra splendida cultura, contro natura, ogni pura sfumatura, si cancella perchè fa paura, c’è una dura dittatura, dietro ogni mura…
Ho visto gente che moriva per le strade di fame, vite da cane, senza case, e neanche un pezzo di pane, fare baruffa per due gocce di acqua pulita, per la vita, per continuare questa partita.
Ho visto intere città, costruite con lamiere, e poco più in là, grattacieli e ciminiere.
Cos’è? Questo enorme divario tra uomo e uomo. Com’è? Che si può vivere ancora in un luogo, così lontano, da quello che chiamiamo, il diritto di una vita ad ogni essere umano…
Perchè, non c’è più pace, perchè, se si rischia si tace, perchè si uccide per quel che piace, e tutto ciò che piace nuoce,
perchè ogni voce, ha un guscio di noce, intorno, notte e giorno, note divine ma qui è la fine del mondo, è la fine infondo, la fine di un sogno.
Io ci credevo, pensavo che potesse esistere davvero, un cielo, che non fosse sempre nero, un principio sincero, un qualcosa di vero…
Ma oggi vivo in un mondo che fa schifo, e a volte mi domando chi l’ha costruito, chi è che ha stabilito, leggi e regole, modi di vivere, chi ha il potere di decidere, chi deve piangere, e chi invece ridere…
Scrivere, scrivere, io devo scrivere, parole cariche, di paura perchè il mondo pare che, stia andando a fondo e scariche, di tensione affondano colpi nell’anima, nell’aldilà, sarà speriamo meglio di qua, di questa realtà, società ipocrita che bada solo all’apparenza, senza curarsi di quel che conta realmente, mi circonda desolazione costante,
onda portami al largo non voglio più vedere niente, niente più gente, niente di niente, solamente, io e il mio presente,
tutto il resto distante!
Quante altre vite vedremo cadere, per il piacere di avere, non lo voglio sapere.
Meglio chiudere gli occhi e sognare, immaginare di vedere le nuvole scomparire, un nuovo sole nel cielo brillare,
un nuovo posto dove non ci si debba per forza odiare, e la forza servirà solo per creare, insieme, ripeto insieme,
ma a quanto pare, le mie parole volano leggere, le mie preghiere, sono ora scritte e qui mi fermo, solo ad un passo dall’inferno…
(monologo finale di Silvano Agosti, “Discorso tipico dello schiavo”)
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